Punti di Interesse / Toscana
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Gli Etruschi e il vino di Rocca Frassinello
Amanti del vino e della storia trovano una location ideale a Rocca Frassinello. Il “nettare degli dei” diviene qui filo conduttore per riportarci ad una delle civiltà più grandi della nostra storia, la civiltà etrusca. Un ritorno al passato, ad un popolo che sulle medesime terre ha posto le proprie radici ben 2.000 anni prima. Le nuove menti del corso di etruscologia, lavorano in simbiosi con la cantina per incentivare quella che è la riscoperta della necropoli di San Germano e riportare attenzioni sulla civiltà alla quale si attribuisce la prima coltivazione di un rudimentale Sangiovese, lo stesso vino oggi coltivato e perfezionato a Rocca Frassinello ed utilizzato da Italo Rota in quest’esperienza che ben si distacca dalla semplice visita del punto archeologico. Si tratta di un percorso multi sensoriale che farà cogliere molteplici sfaccettature della civiltà etrusca e la relativa necropoli. “La Rocca di Frassinello, come tutte le rocche, oppone resistenza a qualche cosa, forse alla banalità. Frassinello ci spiega come il mondo contemporaneo è composto da infiniti ponti tra passato e futuro. Regalando un futuro al passato di Frassinello, gli etruschi ci hanno regalato questo bellissimo vaso con Dioniso, che la festa cominci” sono queste le parole dello stesso Italo Rota.
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La cantina di Rocca Frassinello
Renzo Piano dà vita a questa struttura dove architettura e vino si sposano perfettamente. Uno spazio che vanta 2.500 km quadrati di barrique senza alcun pilastro o appoggio, vengono eliminate anche pompe e macchinari introducendo un metodo assolutamente innovativo per cercare di prevenire un eccessivo stress delle uve. Si ottengono così, vini dalla forza ed eleganza unica, risultato di un duro lavoro volto all’eccellenza, all’insegna del rispetto e della cura del vigneto. Dalla scelta del germoglio all’imbottigliamento. Visitare Rocca Frassinello sarà emozionante, a partire dal sacrato, piazza nella quale comincia la produzione e dalla quale potrete ammirare tutta la tenuta, continuando per la tinaia dove il vino prende vita, per poi continuare fino al cuore della struttura: la barriquerie. Qui il cuore degli appassionati si fermerà alla vista di migliaia di barrique di finissimo rovere francese, utilizzate per affinare i vini prima dell’imbottigliamento ed elevarne le note olfattive più delicate.
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Museo Etrusco di Vetulonia
Vanto del museo è la Collezione Lancetti, non soffermarsi ad ammirare la corona interamente in oro, ornata da figure raffiguranti volti umani, è pressoché impossibile. Se l’oro è quello che vi affascina, di sicuro cattureranno la vostra attenzione i gioielli realizzati nelle botteghe vetuloniesi.   Non potrete fare a meno di notare che uno dei motivi ricorrenti nel museo è la figura del leone. Il simbolo del felide, di provenienza orientale, domina tra le opere etrusche del museo, quasi a testimoniare l’ispirazione di stampo orientale. Una tappa al museo, quindi, è doverosa per appassionati e non, potrete conoscere la figura di Isidoro Falchi, avvicinarvi alla cultura ultraterrena degli antichi etruschi passeggiando tra tombe e relativi corredi nella sala B, e se la cultura etrusca non vi ha affascinato (cosa altamente improbabile), potrete dedicarvi a quella romana o ellenica tra terracotta e corredi funebri. Non termina qui l’esperienza, l’Isidoro Falchi è solo una piccola parte di quella che più che un borgo è una città-museo, completate quindi la vostra visita perdendovi tra le mura di Vetulonia.  
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Porto Santo Stefano
Doverosa una pausa aperitivo, possibilmente, vista mare. Ascoltare i clienti al vostro fianco, i cittadini e il loro dialetto fa parte dell’esperienza di Porto Santo Stefano, qualcuno potrà consigliarvi dove assaporare una buona spernocchia, uno scaveccio o un caldaro per cena. Seppur il paesaggio marittimo offra emozioni indescrivibili, la parte storica vi darà la possibilità di immergervi in quella che era l’antica cultura militare con la fortezza spagnola e la sua terrazza, qui potrete ammirare un panorama unico, i più giovani, invece, potranno giocare calandosi nei panni dei soldati spagnoli. Se l’arte storica non è quello che più vi appassiona, potrete dedicarvi agli spettacoli naturali offerti da porto Santo Stefano: dalle calette a Punta Telegrafo, per i più agili Torre di Capo Domo e le vie d’arrampicata, non dimenticate di scattare una foto per immortalare la baia dalla via panoramica.
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Vetulonia
Basterà una passeggiata tra i vicoli del borgo per innamorarsi di Vetulonia dominata dai castelli di Colonna e di Casallia. D’obbligo una visita al parco archeologico per un tuffo nel passato, i resti risalenti all’epoca ellenica sono notevoli e meritano attenzione, vi perderete poi tra le umili bellezze religiose: dalla chiesa dei santi Simone e Giuda all’oratorio di Santa Maria delle Grazie, passando per la cappella della Scala Santa e l’abbazia di San Bartolomeo a Sestinga. Ma quello che vi sorprenderà sono le tradizioni vetuloniesi, tutto l’anno potrete assistere ad una partita di “palla eh!”, dimenticate la tradizionale “pallavolo”, comprendere le regole di questo è gioco è paragonabile alla risoluzione del cubo di Rubik ma provarci è divertente. Per i più golosi a Luglio si tiene la sagra dei tortelli e della cucina locale, amata da turisti e vetuloniesi ma l’evento più caratteristico rimane, il palio delle contrade, tra abiti tipici e la corsa dei ciuchi non rimanere estasiati da questa tradizione è pressoché impossibile.
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Centro degustazione cooperativa "I Pescatori"
Qui si può cenare sia sullo spiazzo delle barche con un servizio self service, sia al ristorante dove i prezzi sono un po' più alti, una “Veranda sulla Laguna” dove è possibile scegliere tra il menù fisso del giorno e un menù alla carta. Il menù è decisamente caratteristico e numerosi sono i prodotti tipici che è possibile trovare in degustazione nei vari periodi dell'anno: anguilla sfumata, ossia affumicata e poi condita con una salsa a base di peperone piccante, la classica bottarga di Orbetello, il cefalo affumicato, pesce tipico della laguna di Orbetello pescato secondo i metodi tradizionali, l'ombrina "Boccadoro" affumicata, lo Scaveccio, la Palamita del mare di Toscana. Dai pescatori-cuochi di Orbetello si cena all'aperto, da metà giugno alla fine di settembre, per poi passare, d'inverno, dentro il grande locale ricavato da un vecchio edificio di inizio '800, la ex stalla per i cavalli dell'ex Caserma Umberto I. Per terminare la serata... in battello di notte, gratis! Sempre ad Orbetello, la peschiera di Santa Liberata rappresenta un complesso di allevamento ittico e  di pesca ben strutturato al suo interno e ben correlato, all’esterno, con il sistema laguna dentro la quale si trova. E’ la più grande peschiera del circondario detta anche “di Nassa”. 
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Fortezza Spagnola
Girando a sinistra, all'incrocio al termine della salita, dopo poche centinaia di metri ci si viene a trovare finalmente alla base della Fortezza.Questa maestosa struttura, restaurata di recente, è composta da due livelli. Poggia su un basamento quadrato di metri 35 x 35, ed ha l'ingresso sul lato a monte, costituito da una breve e stretta rampa di scale, che terminano con quello che era un tempo il ponte levatoio. Superato il portone d'ingresso, troviamo un cortile con al centro l'apertura di una cisterna e, sui lati, i sei locali della guarnigione. Proseguendo, si ha accesso alla terrazza, in posizione dominante sul porto, nella quale si conservano tutt'oggi i cerchi in pietra che permettevano la rotazione degli affusti dei cannoni ottocenteschi. Per mezzo di due rampe laterali si sale, poi, sul piano superiore dove troviamo un'altra terrazza con quattro feritoie per i cannoni che puntavano, invece, verso il mare.Sul lato opposto del forte, verso il versante monte, è possibile, infine, percorrere due camminamenti sovrapposti muniti di piccole feritoie da artiglieria leggera.  
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Laguna di Orbetello
Attorno al progetto si sono aggregati il Comune di Orbetello, la Regione Toscana, la Provincia di Grosseto, il Consiglio Nazionale delle Ricerche, l'Istituzione Nazionale per la Fauna Selvatica.Attualmente la laguna è affidata in esclusiva alla cooperativa La Peschereccia srl e alla società Orbetello Pesca Lagunare soc. agricola. Il lavoro di queste due società sarebbe vano se non si tenesse in dovuta considerazione il principio per cui tutelare l'attività di pesca vuol dire tutelare l'ambiente lagunare.Dal 2005 è possibile percorrere la Laguna con il battello e godere delle bellezze della natura e del paesaggio. Inoltre, occasionalmente si possono incrociare i pescatori all'opera, con i loro barchini intenti a pescare nella maniera tradizionale. "Remus", è un'imbarcazione capace di trasportare fino a 38 passeggeri in visite guidate durante le quali s'illustra l'attività della pesca in laguna inserita nel contesto storico e sociale per comprendere il perché dell'attuazione delle tecniche tradizionali usate per la lavorazione del pescato e quindi la produzione dei prodotti ittici tipici.
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Mostra permanente "Maestri d'Ascia"
La nascita del diportismo nautico e la conseguente richiesta di barche di legno, ha trasformato questi esperti in veri e propri artisti, in grado di disegnare nuovi modelli e realizzare natanti seguendo linee e stili al passo coi tempi. Col tempo molte delle imbarcazioni uscite dalle loro mani sono diventate delle vere e proprie regine dei mari, oggetti di culto per amanti del mare. Oggi l'opera dei maestri d'ascia sul promontorio è ancora richiesta e, grazie a progetti di preparazione e qualifica, ha visto coinvolti ragazzi diplomati che si affacciano al mondo del lavoro. Per ottenere la qualifica di maestro d'ascia occorre ottenere dapprima la qualifica di Carpentiere navale e, successivamente, sostenere un esame presso la Capitaneria di porto per la licenza di Maestro d'ascia. L'importanza che questa attività ha assunto col trascorrere del tempo sul territorio, ha fatto sì che rimanesse impressa nelle immagini e nei modellini che compongono la mostra permanente, ospitata all'interno della Fortezza spagnola, che il Comune di Monte Argentario ha voluto dedicare a questa categoria di lavoratori, elemento cardine della storia, dello sviluppo e del futuro del Promontorio di Monte Argentario.
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Mostra permanente "Memorie Sommerse"
Nel cortile centrale della Fortezza è posta la ricostruzione di una nave romana con il suo carico di anfore da trasporto, mentre nelle sale, al primo piano, si possono ammirare i reperti provenienti dai relitti trovati nel mare presso le Formiche di Grosseto, Talamone, il Monte Argentario e l'isola di Giannutri. A Punta Ala, fu rinvenuto nel corso degli anni settanta un relitto di nave romana del III secolo d.C. contenente anfore per il trasporto dell'olio, ceramica di produzione africana ed alcune monete emesse durante l'impero di Severo Alessandro. All'isola del Giglio, è stato recuperato il relitto di una nave romana del III secolo d.C., proveniente forse dalla coste dell'Africa e che trasportava anfore contenenti pesce e salsa di pesce; presso Punta Lazzaretto, invece, sono stati individuati due relitti del II secolo a.C. che trasportavano anfore vinarie di tipo greco-italiche; infine, presso la baia del Campese, è stato riportato alla luce il carico di una nave greca naufragata nel VI secolo a.C.  
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Porto Santo Stefano
Proseguendo nel nostro cammino, alle spalle del porto inizia, quindi,  lo splendido Lungomare dei Navigatori, disegnato da Giorgetto Giugiaro, che conduce verso il porticciolo della Pilarella. Prima di proseguire è possibile visitare, attraversando la strada, lo splendido Acquario, all'interno del quale è riprodotto l'ambiente marino tipico del Mediterraneo.Tornando poi sul Lungomare, le numerosissime panchine, rivolte verso il mare, consentono di fare una pausa godendo dello spettacolo del golfo dell'Argentario che "guarda" verso Talamone. Al Termine del Lungomare, arrivati in Piazza dei Rioni che affaccia sul porticciolo, è come trovarsi in un salotto, il “salotto” di Porto Santo Stefano. Una sosta nei numerosi bar e ristorantini con terrazza sul mare, in qualsiasi ora del giorno, dalla colazione all'aperitivo, al dopocena, rappresenta una felice pausa di autentico relax per momenti veramente piacevoli.D’estate di grande richiamo è lo spettacolo offerto dai bambini che si tuffano a ripetizione nelle acque di questo piccolo porto.Dopo essersi riposati, attraverso i suggestivi vicoli e scalinate del centro storico, è possibile raggiungere la Fortezza Spagnola. Il panorama che si offre allo sguardo dall’alto di questa Fortezza merita di per se una visita in questo luogo.  
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Via Panoramica
Proseguendo in direzione Porto Ercole, si aprirà di fronte ai nostri occhi lo splendido panorama del golfo sottostante dove potremo scorgere senza difficoltà l'isola di Giannutri.Inoltre potremo ammirare i resti della torre di Capo d'Uomo, che probabilmente, aveva la funzione di raccogliere le segnalazioni emesse dalle torri della costa sud-occidentale del promontorio, per poi ritrasmetterle a Porto S. Stefano. La struttura, ampiamente danneggiata, domina la cala sottostante dalla cima di una parete rocciosa che scende a picco nel mare per 358 metri. Il panorama è spettacolare!Proseguendo ancora in direzione Porto Ercole incontreremo la torre quadrata della Maddalena. Anche questa come molte altre torri è stata realizzata nel periodo della dominazione senese e successivamente potenziata dagli spagnoli. Continuando nella solita direzione ci imbatteremo, in successione, nella torre delle Cannelle di forma esagonale e circondata da una cinta muraria, e nella torre Ciana.  
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